-di Diego Acquisto
Proprio così, oggi 5 novembre ! una data assai importante per la Sicilia ma non solo, perché sono davvero possibili le ripercussioni sullo scenario politico nazionale. Come siciliani siamo oggi chiamati a rinnovare gli organi di governo della nostra isola, cioè a scegliere tra i cinque candidati il nuovo Presidente della Regione ed i 70 deputati componenti dell’Assemblea Regionale Siciliana (ARS) per il prossimo quinquennio.
Sottolineiamo la parola “deputati”, che per la prima volta adesso saranno 70 per la legge costituzionale n. 3 del 2013, e non 90 come in passato, … e comunque sempre chiamati con questo termine dallo Statuto speciale , mentre nelle altre regioni sono chiamati “Consiglieri”.
All’atto dell’insediamento, Presidente e deputati presteranno giuramento di operare al “solo scopo del bene inseparabile dello Stato e della Regione”. Un giuramento questo, oggi più che mai carico di significato, specie in relazione a quanto avvenuto e ancora in corso in Spagna; e comunque, come in passato, dettato dall’esigenza di ribadire, sotto il profilo dell’etica comportamentale, il principio basilare dell’unità della Repubblica.
Chiaro anche che lo Statuto speciale stabilisce che i deputati per potere “liberamente e dignitosamente” esercitare il proprio incarico, debbano percepire un compenso mensile, definito indennità parlamentare. Un’indennità però che per decisione pressoché unanime degli stessi interessati, è notevolmente lievitata nel tempo, al punto da suscitare tanta perplessità, se non proprio sdegno, con il proposito in campagna elettorale sbandierato da qualche forza politica di volerne ridurre drasticamente l’ammontare.
Ma a parte queste considerazioni di carattere tecnico, la considerazione generale è che lo Statuto non applicato correttamente, non ha permesso alla Sicilia di raggiugere quei traguardi di benessere sociale che era possibile perseguire. Anzi, della situazione attuale nessuno si dichiara
soddisfatto ed i problemi, da quello occupazionale a quello dei servizi, specie in qualche settore, come quello importantissimo della sanità, – per dirla con un elegante eufemismo – si sono vistosamente ridimensionati.
Pertanto la situazione in Sicilia è quella che è ! … appare peggiorata nel contesto di una crisi, in una globalizzazione selvaggia che avanza e continua imperterrita nel suo iter di traguardi programmati, creando ed accentuando diseguaglianze sociali, che prima sembravano ormai decisamente retaggi del passato.
In questo contesto, una soluzione ai problemi può essere data solo da un tipo politica nuovo e diverso ! e in democrazia le votazioni servono per scegliere le persone che devono curare il bene comune con una buona politica che sa misurarsi con i problemi anche emergenti. Con le votazioni, naturalmente, si dà ai cittadini anche la possibilità di una punizione per chi ha già praticato la mala politica. Ogni elettore, prima di deporre la sua scheda nell’urna ha il dovere di interrogarsi sul come si è comportato colui o colei che in precedenza ha ricevuto la sua fiducia…interrogarsi e valutare la sua coerenza, il suo comportamento, le capacità dimostrate ed il modo come le ha utilizzate, a quale fine o scopo.
Non credo che ci sia qualcuno che possa mettere in dubbio la validità del principio che dice essere eticamente doveroso punire chi ha abusato della fiducia, chi ha praticato cioè la mala politica e/o comunque chi nel ruolo a cui è stato chiamato dalla fiducia popolare, ha dimostrato di non meritarla, non avendo curato come poteva il bene comune.
Credo che in molti, noi agrigentini abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini della grande partecipazione alla marcia che si è svolta l’altro ieri sera in Agrigento per esprimere “indignazione e solidarietà” per i problemi dell’incolumità fisica, anzitutto delle persone e delle famiglie del “Colle”, dove si trova il centro storico e la Cattedrale di S. Gerlando.
Agrigento-città si è mossa proprio alla grande, come fa sempre per le grandi questioni sociali, ricevendo piena solidarietà anche dai vari
Comuni della provincia , presenti alla manifestazione con vari rappresentanti.
Sui ritardi nell’apprestare quelle soluzioni umanamente possibili per la sicurezza del centro storico, tra l’altro ripetutamente promesse e sbandierate, il giudizio negativo è stato ed è unanime. Sulle responsabilità ci sono opinioni diverse, al punto che come è noto, il Sindaco di Agrigento Firetto , dopo aver parlato di “oltre sette anni di inutili rimpalli burocratici e almeno due anni d’inconcepibile ritardo nell’avvio della progettazione”, ha dato mandato ai legali del Comune di valutare eventuali omissioni di atti d’ufficio ed accertare le responsabilità.
Ma oltre alle eventuali mancanze della burocrazia, c’è da dire con coraggio che la politica non si può mai tirare fuori ! perché è sempre chiamata in causa o per dimenticanza, o per incapacità, o per debolezza, quando non per vergognosa collusione, come talvolta in altri campi e regioni d’Italia la Magistratura ha accertato e punito.
Adesso in questo 5 novembre con le votazioni i Siciliani e gli agrigentini sono chiamati a giudicare.
Doveroso anzitutto non disertare le urne, perché si favorirebbe proprio tutto ciò che si condanna. Si consegnerebbe il governo dell’isola ad una parte minoritaria del popolo siciliano, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili ed in parte già sperimentate in quest’ultimo quinquennio.
Adesso la costruzione ( o meglio, se vogliamo, la ricostruzione) della casa comune richiede uno sforzo unanime e convergente, giudicando ognuno, – (a mio giudizio, nella presente situazione !) – al di là del partito di appartenenza e delle stesse coalizioni per scegliere anzitutto persone credibili per competenza, correttezza personale, coerenza morale e capacità amministrative.
Nella scelta per chi votare, “netto rifiuto – ci hanno detto i vescovi siciliani – delle varie forme di corruzione e di clientelismo”.
Bando allora alla rassegnazione con il coraggio della speranza che suggerisce anzitutto il controllo di se stessi, per sfuggire pure alla devastante tentazione di una protesta sterile, senza possibili sbocchi positivi .
Diego Acquisto