“Non luogo a procedere perche’ il fatto non sussiste”. Secondo il Gup del Tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, segnalare la presenza di posti di blocco stradali delle forze dell’ordine non e’ reato. Respinta, quindi, la richiesta di rinvio a giudizio presentata dalla Procura a carico di 62 persone, con l’accusa di interruzione di pubblico servizio.
Il pubblico ministero Paola Vetro, in seguito all’indagine dei poliziotti del Commissariato di Canicattì che casualmente aveva scoperto, in seguito al sequestro di un telefono cellulare, l’esistenza di un gruppo WhatsApp dove decine di automobilisti si scambiavano informazioni sulla presenza di posti di blocco nelle strade, aveva chiesto il processo.