Il ‘market’ della droga era aperto pure durante il lockdown. Per rifornirsi di hashish e cocaina bastava una telefonata. Droga a domicilio e non solo. Perché per superare le restrizioni del lockdown lo spaccio avveniva dentro i supermercati di Canicattì e Agrigento. E’ uno dei retroscena del maxi blitz antidroga “Piramide”, dei carabinieri del Comando provinciale di Agrigento, che hanno dato esecuzione a 26 misure cautelari. Per sette indagati il gip della città dei templi ha disposto gli arresti domiciliari (due con l’applicazione del braccialetto elettronico), per 19 il divieto di dimora nella provincia di Agrigento.
Le indagini, scattate nel maggio del 2019 e andate avanti sino a fine 2020, hanno documentato lo spaccio tra gli scaffali dei supermarket. “L’unico luogo in cui si poteva andare liberamente durante il lockdown”, spiega il maggiore Marco La Rovere, comandante della Compagnia carabinieri di Agrigento. Cocaina e hashish in città arrivavano dalla provincia, Canicattì in particolare, ma anche da Caltanissetta e la clientela era variegata. “Giovanissimi, ma anche professionisti. Sono state documentate decine di cessioni”, sottolineano gli investigatori dell’Arma.
Un vasto giro d’affari, quello documentato dagli investigatori dell’Arma, che consentiva al singolo pusher di guadagnare sino a 500/1.000 euro al giorno e una rete di spaccio che raggiungeva ogni angolo della città di Agrigento, dal centro alla periferia, e i Comuni della Provincia sino ad arrivare al Nisseno.