In un’aula, il cui accesso era regolamentato dall’ordinanza del presidente del Tribunale di Agrigento, che impone la distanza di almeno un metro tra i presenti per le restrizioni misure Covid, si è tenuta la prima udienza del processo, con il rito ordinario, scaturito dalla maxi inchiesta antimafia denominata “Kerkent”, condotta sul “campo” dal personale della Dia di Agrigento, con il coordinamento della Dda di Palermo. Sul banco degli imputati sette persone, già rinviate a giudizio dal giudice per l’udienza preliminare del Tribunale di Palermo Fabio Pilato.
Si tratta di Gabriele Miccichè, “Gabriellone” 30 anni di Agrigento (attualmente ai domiciliari, difeso dall’avvocato Salvatore Pennica, nella foto); Pasquale Capraro, 29 anni di Agrigento (libero, difeso all’avvocato Salvatore Pennica); Calogero Trupia, 35 anni di Agrigento (difeso dall’avvocato Salvatore Tirinnocchi); Angelo Iacono Quarantino, 29 anni di Porto Empedocle (difeso dall’avvocato Salvatore Virgone); Angelo Cardella, 48 anni di Porto Empedocle (detenuto, difeso dagli avvocati Santo Lucia e Marco Tringali) ; Francesco Luparello, 46 anni di Porto Empedocle (detenuto, unico imputato presente in aula e scortato dai carabinieri, difeso dagli avvocati Silvio Miceli e Salvatore Pennica); e Saverio Matranga, 42 anni di Palermo (difeso dagli avvocati Claudio Neri Salvatore Virgone).
Tutti quanti rispondono di aver fatto parte di un’associazione a delinquere capeggiata dal boss di Agrigento e Villaseta Antonio Massimino. Ad eccezione di Miccichè, il quale deve rispondere di sequestro di persona e tentata violenza sessuale in concorso con lo stesso capomafia, e un altro soggetto. Nel corso dell’udienza si è costituito parte civile Antonino Mangione di Raffadali, con l’assistenza dell’avvocato Gerlando Vella. Già costituita parte civile anche l’ex compagna di Mangione, rappresentata dall’avvocato Valentina Tranchina.
Il pubblico ministero, invece, ha chiesto l’ammissione dei mezzi di prova, e l’esame di tutti gli imputati, depositando anche la richiesta di perizia trascrittiva. I difensori chiedono la trascrizione di alcune intercettazioni. Il processo riprenderà il prossimo 25 giugno, per ascoltare il capo della Dia, Roberto Cilona. Gli altri ventotto imputati, invece, hanno chiesto ed ottenuto di essere giudicato con il rito abbreviato, e tra questi il boss Antonio Massimino.