La famiglia mafiosa di Sciacca, capeggiata dal boss detenuto Salvatore Di Gangi sarebbe tornata a mettere le “mani” al lussuoso complesso turistico “Torre Macauda”. Lo sospettano i magistrati della Dda di Palermo che oggi hanno disposto diverse perquisizioni, tra le altre, anche in alcune filiali di banca di Palermo, e notificato otto avvisi di garanzia. L’indagine e’ condotta dalla Guardia di finanza di Palermo, e coordinata dal procuratore aggiunto Paolo Guido, e dai pubblici ministeri Piero Padova, e Francesca Dessi’. I reati ipotizzati sono di concorso esterno in associazione mafiosa, trasferimento fraudolento di valori e falso. Tra gli indagati oltre al vecchio capomafia, e il figlio Alessandro, ci anche due professionisti, Maurizio Lupo, 61 anni, e Luigi Vantaggiato, 68 anni, l’imprenditore veneto Francesco Dona’ delle Rose, e poi ancora Anna Maria Lo Muzio, 67 anni, il funzionario di banca Vincenzo Coglitore, 61 anni, e Francesco Corvelli, 66 anni.
Le perquisizioni hanno riguardato anche studi professionali e abitazioni degli indagati. Il boss Di Gangi, fedelissimo del capomafia Toto Riina, sarebbe riuscito a tornare in possesso di “Torre Macauda” attraverso una societa’ da lui controllata, la “Liberta’ Immobiliare” che gestisce il complesso turistico.
Le filiali di banca, che in una procedura esecutiva relativa all’albergo erano titolari di un credito, avrebbero venduto alcuni lotti alla “Liberta’ Immobiliare”. Secondo gli inquirenti pero’ la societa’, grazie alla complicita’ del funzionario di banca, avrebbe pagato solo parte degli 8 milioni, corrispondenti al valore di acquisto dei lotti stessi. All’operazione avrebbe partecipato delle Rose che avrebbe finanziato l’acquisto.