La città di Agrigento con la sua millenaria storia, torna ad essere al centro di un grande progetto televisivo di carattere storico-scientifico, di rilevanza nazionale.
“Storia delle nostre città” è infatti il titolo di un ambizioso format tv di “Rai Storia” che prevede la realizzazione di sei documentari televisivi; sei episodi che racconteranno alcuni dei centri italiani più importanti, illustrandone il patrimonio storico e artistico. Tra queste città non poteva mancare Agrigento con i suoi 2600 anni di storia dalla fondazione dell’antica Akragas.
La troupe di Rai Storia arriverà nella città dei templi a fine mese e le riprese avverranno tra il 26 giugno e il 3 luglio. Il documentario sarà dedicato alle meraviglie del nostro territorio, e le riprese sono previste sia nel Parco Archeologico che in città. Interesseranno il Museo “Pietro Griffo”, con un focus particolare sull’Efebo, ed ancora il Colle di Girgenti, la Rupe Atenea, le Mura e Porta V. Per quanto riguarda la Valle e l’area archeologica sono previste riprese ai templi di Zeus, Era, Eracle, Concordia, Divinità Ctonie e Demetra. Le zone archeologiche che vedranno la presenza della troupe Rai saranno quelle dell’ Ekklesiasteryon, Boueleuterion, Quartiere ellenistico-romano, tomba di Terone, Necropoli Gianbertoni, Oratorio di Falaride, Ginnasio, Necropoli Paleocristiana e Grotta Fragapane.
Nel documentario troveranno posto inoltre i vicoli del centro storico, con i suoi scorci più significativi, in particolare via Bac Bac, il quartiere del Rabato e la Cattedrale di San Gerlando.
Le storie delle città sono intrinsecamente legate alle bellezze artistiche così come alle personalità culturali più illustri di un territorio. Ecco perché anche la zona del Caos sarà interessata dalle riprese che avverranno anche all’interno della casa natale di Luigi Pirandello.
“L’Italia è uno straordinario scrigno di capolavori naturali, storici e artistici – si legge nella scheda di presentazione del progetto televisivo di “Rai Storia” – e da sola raccoglie il 70 per cento del patrimonio culturale del mondo”.
Maria Rosso