“Lo spostamento è avvenuto in assenza delle dovute autorizzazioni”.
Per ordine della soprintendenza, intervenuta la Procura, è stato smontato il Dandelion da piazza Duomo, ad Agrigento, dove era stato collocato lo scorso mese di aprile su iniziativa dell’amministrazione Micciché. La soprintendenza, nel risponde alla Procura che aveva chiesto lumi sulle autorizzazioni, scrive: “Non è pervenuta, ad oggi, richiesta di autorizzazioni e questa soprintendenza non ha rilasciato autorizzazione paesaggistica”. Il sibsavo di Agrigento, in merito allo spostamento, aveva dichiarato: “Piazza don Minzoni è il luogo ideale è ottimale per validare l’opera”.
La scuola bronzea realizzata dall’artista russo Gregory Potosky, nel 2016, era stata collocata dall’amministrazione Firetto in largo Maria Alaimo.
Il vice presidente del Codacons, Giuseppe Di Rosa, subito dopo il trasferimento dell’opera, aveva espresso disappunto: “Lo spostamento è stato fatto tutto con le dovute autorizzazioni e con i pareri necessari? Ovviamente chiederemo le risposte a chi di competenza”. E ancora:
“Noi non siamo contro nessuno che fa le cose fatte bene, siamo contro l’illegalità specie da parte di chi dovrebbe dare il buon esempio, ci auguriamo che questi accadimenti facciano capire che noi ci siamo, siamo a tutela del bene comune, denunceremo sempre tutto ciò che si fa in malo modo non seguendo e rispettando le disposizioni di legge, ci auguriamo anche che la scultura possa tornare fruibile alla città dopo avere regolarizzato gli atti”
Nel 2016 il Dandelion era giunto da Mosca ad Agrigento: un monumento di oltre 300 chili, di Gregory Pototsky, artista russo di fama mondiale, che a Mosca ha creato una particolarissima Art Gallery, con le sue opere bronzee raffiguranti i principali personaggi della storia, ed è, tra l’altro, presidente dell’ “Accademia Internazionale della bontà”. Pototsky ha deciso di donare una scultura alla città, un’ opera simbolo, “Oduvancik” ossia il Dandelion ( Dente di leone). L’opera era stata pure danneggiata da un giovane che appendendosi aveva “sradicato” due mani che, sempre lo scorso mese di aprile, furono consegnate al sindaco Micciché dal gestore di un pub che le aveva custodite per cinque anni.
Pare che per l’opera non ci sia pace e adesso verrà conservata in un magazzino in attesa di conoscere la sua prossima sede.