

Mentre le luci della Cappella Sistina si preparano ad accendersi per il conclave, due nomi siciliani risuonano tra i 135 cardinali elettori chiamati a scegliere il successore di Papa Francesco.
Sono il cardinale Baldo Reina, 54 anni, e il cardinale Francesco Montenegro, 79 anni. Entrambi rappresentano un ponte tra l’antica tradizione cristiana dell’Isola e le sfide spirituali della contemporaneità.
In un momento di grande commozione per la perdita del Papa venuto dalla “fine del mondo”, la Chiesa guarda al futuro con una responsabilità che si rinnova nella voce dei suoi pastori. Tra questi, la Sicilia sarà presente, portando con sé la sua fede profonda, la sua storia complessa e la sua vocazione all’accoglienza.
Baldo Reina e Francesco Montenegro sono gli unici due cardinali originari della Sicilia che avranno diritto di voto nel Conclave del 2025, secondo la norma voluta da Paolo VI, che stabilisce il limite degli 80 anni per la partecipazione attiva all’elezione del Papa.
Si tratta di due figure profondamente diverse per percorso ma unite da una visione pastorale coerente con il magistero di Papa Francesco: prossimità agli ultimi, attenzione ai territori e una fede vissuta come servizio.
Baldo Reina: da San Giovanni Gemini alla guida spirituale di Roma
Nato nel 1970 a San Giovanni Gemini, in provincia di Agrigento, Baldo Reina ha vissuto una carriera ecclesiastica rapida e intensa. Dopo essere stato parroco a Favara e a San Leone, è stato nominato rettore del seminario maggiore di Agrigento, e successivamente vescovo ausiliare di Roma. La sua nomina a vicario generale della diocesi di Roma e a cardinale nell’ottobre 2024 lo ha proiettato tra le figure emergenti della Chiesa italiana.
Reina è oggi anche amministratore apostolico di Ostia e arciprete della basilica di San Giovanni in Laterano, la cattedrale del Papa. Ruoli di grande responsabilità che testimoniano la fiducia che Papa Francesco ha riposto in lui. La sua presenza nel Conclave è il segno tangibile di una Sicilia che non solo custodisce la fede, ma che partecipa attivamente alla costruzione della Chiesa del futuro.
Più vicino al limite di età stabilito, Francesco Montenegro, nato a Messina nel 1946, è una delle voci più autorevoli e amate del collegio cardinalizio. Arcivescovo emerito di Agrigento, è conosciuto soprattutto per il suo impegno nella Caritas Italiana e nella pastorale dei migranti. A lui si deve una delle esperienze ecclesiali più intense della Chiesa italiana degli ultimi decenni: l’attenzione alla frontiera umana di Lampedusa.
Non è un caso che proprio lui accompagnò Papa Francesco nel primo viaggio pastorale del pontificato, nel luglio 2013, sull’isola simbolo dell’accoglienza e della sofferenza. Quel gesto, fortemente simbolico, è rimasto impresso nella memoria collettiva della Chiesa. Montenegro è un cardinale che ha fatto della “Caritas sine modo”, la carità senza misura, il suo motto episcopale e la sua regola di vita.
Non saranno invece tra gli elettori i cardinali Salvatore De Giorgi, 94 anni, e Paolo Romeo, 87 anni. Entrambi arcivescovi emeriti di Palermo, rappresentano la generazione precedente del clero siciliano. De Giorgi, originario di Vernole, ha combattuto apertamente contro la mafia e si è distinto per il suo messaggio di speranza e legalità. Romeo, acese, fu arcivescovo metropolita di Palermo e prese parte al Conclave del 2013 che elesse Papa Francesco.
Non è la prima volta che la Sicilia partecipa a un conclave. Già nel 2005 e nel 2013, nomi come De Giorgi e Romeo furono tra i protagonisti. La continuità di una presenza siciliana sottolinea quanto l’Isola sia radicata nel tessuto spirituale della Chiesa.
Segui il canale AgrigentoOggi su WhatsApp