PICCOLE STORIE DI CITTA’ a cura di Lorenzo Rosso
Il suo nome scientifico è “Phenix Dactilifera” ma per gli agrigentini è semplicemente “la palma di Porta di Ponte”; una delle piante più alte e più antiche della città dei Templi assieme al mitico Ficus ultra centenario che ombreggia il Caffè-giardino e che viene fatto addirittura risalire all’epoca borbonica. Questa palma, che con il tempo si è andata ripiegando verso l’esterno della villa, oggi è saldamente “ancorata” ad altri alberi, in grado di continuare imperterrita, nonostante “l’età avanzata”, a mostrare tutta la sua vitalità.
Il “polmone verde” del centro città, frutto di ciò che è rimasto dell’antica lussureggiante “Villa Garibaldi” che un tempo si estendeva dalla zona alta di San Vito fino all’ingresso di via Atenea, oggi è tra le poche aree che negli ultimi decenni sono state riqualificate con un serio progetto di restauro ambientale. In particolare i giardinetti dedicati a Nicolò Gallo e soprattutto quelli intitolati a Rosetta Romano, sono stati fatti oggetto di importanti trasformazioni, con la creazione del prato verde “all’inglese” e la messa a dimora di molte essenze mediterranee come il Mirto e il Pittosforo. Inoltre sono pure stati realizzati interventi di “ars-topiaria” particolarmente indovinati, vere e proprie “sculture” vegetali, sagomando le siepi e gli arbusti in varie forme, per dare un tocco gradevole agli elementi divisori.
L’altra zona verde, lato Banco di Sicilia, quella con la fontana al centro, invece è stata mantenuta com’era nel passato, con i tradizionali vialetti di ghiaia. Tutto come cento anni fa, fatta eccezione per alcuni interventi di recupero ambientale effettuati su diverse specie arbustive mediante una serie di “margotte”, interrando rami e facendo successivamente ri-spuntare radici e nuove piante.
Quella di Porta di Ponte, con i suoi “Ficus Magnoloides e Benjamina” con le palme, gli oleandri, le bouganvillèe, è in assoluto la zona verde meglio tenuta e quindi può degnamente rappresentare “il biglietto da visita” della città per quanti arrivano in centro; un luogo di frescura e di ristoro per coloro che sono alla ricerca di pace e di tranquillità. Per il verde comunque si fa ancora troppo poco visto il patrimonio arboreo considerevole della città. Ma se le villette del centro città sono al meglio, un po trascurato è un’altro giardino, visitato assiduamente dai turisti. Stiamo parlando di quello situato all’interno del complesso monumentale di Santo Spirito. Lì, forse in uno degli angoli più suggestivi della città, nel piccolo e incantevole spazio incastonato tra il monastero e il museo, crescono un leccio, alcuni alberelli di “Arancio amaro”, palme nane e Bosso a siepe, che richiedono un intervento urgente prima di finire inesorabilmente “soffocati”. E dire che proprio quello di Santo Spirito, dopo “Porta di Ponte”, è forse il giardino più visitato della città!
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