L’interruzione e la conseguente chiusura anticipata della stagione, a causa del Covid-19, ha spezzato gli orizzonti di gloria del principale club cestistico agrigentino lasciando un interrogativo insolubile: dove sarebbe arrivata questa squadra in Coppa Italia o nei playoff?
Impossibile dare una risposta. In relazione a tutto quello che sta accadendo, parlare di sport, in generale, appare superfluo, ma non c’è alcun dubbio che la stagione della Fortitudo Agrigento sia stata comunque estremamente positiva e da ricordare.
Ove ci fossero delusione e rammarico, questi vanno messi da parte per lasciare spazio a rinnovate energie, pur nella consapevolezza delle incognite che il futuro prossimo ci riserva.
Ad ogni modo, come ogni fine stagione che si rispetti, proviamo a stilare le pagelle dei protagonisti:
Società: 9. Con un budget da un milione di euro, il patron Moncada dà nuovo slancio alla Fortitudo anche se eventi imponderabili hanno troncato tutto sul più bello. Per la prossima stagione ha già messo le mani avanti circa un possibile ridimensionamento dei piani societari, ma l’auspicio è che non si disperda quanto costruito negli ultimi dieci anni.
Cristian Mayer: 8,5. Praticamente un manager di McKinsey. Dimostra, ancora una volta, di saper utilizzare il budget in modo adeguato e avere buon fiuto nelle scelte.
Devis Cagnardi: 9. Il coach bresciano aveva l’arduo compito di rilanciare il progetto tecnico dopo l’uscita di scena di Ciani. Riesce nell’impresa in pochissimo tempo costruendo un gruppo eccezionale e giocando un basket efficace quanto spettacolare.
Albano Chiarastella: 9. “Highlander” Chiarastella torna ad Agrigento dopo la parentesi biellese, ma è come se non se fosse mai andato. Il coach gli affida gli avversari più ostici, gli fa fare gli straordinari in campo (è primo per minutaggio di squadra), ma l’italo-argentino con la canotta della Fortitudo cucita sulla pelle, non fa mai una piega mostrando solidità difensiva e tenuta atletica eccezionali e archiviando la stagione come secondo miglior rimbalzista di squadra (5.6), 6.5 punti di media e 3 assist.
Giovanni De Nicolao: 9. Con un solido DNA cestistico – papà Stefano ex giocatore e i fratelli Andrea e Francesco giocatori rispettivamente della Reyer Venezia e della Virtus Padova – “Denik The Third” si dimostra all’altezza del cognome sfoggiando una leadership e una grinta innate che prefigurano un futuro cestistico più che roseo. Per lui 9.6 punti di media, 3.9 rimbalzi, 3.6 assist e 2.1 palle recuperate.
Simone Pepe: 9. Il miglior sesto uomo della A2. Un ruolo che gli piace e gli consente, al tempo stesso, di “spaccare” le partite come pochi. I cross-over e le triple da distanze siderali sono ormai un marchio di fabbrica. Le migliori prestazioni di sempre le fa registrare lontano dal PalaMoncada siglando 32 punti a Latina e 28 a Torino; nel girone di ritorno ha viaggiato ad una media di 16.5 a partita con il 36% dall’arco. Chapeau.
Tony Easley: 9. “Easley Jet” si è divertito e ha fatto divertire i tifosi come non succedeva da tempo. Momenti clou il tap-in allo scadere nello spettacolare match vinto contro Torino e la performance esibita contro Napoli con 22 punti, 11 rimbalzi e 33 di valutazione. Chiude con oltre 14 di media e quasi 8 rimbalzi.
Christian James: 8,5. Sebbene il suo rendimento abbia registrato qualche uscita a vuoto, il “Texas Kid” si è fatto avanti a suon di prestazioni a dir poco roboanti che lo hanno portato ai vertici della classifica dei cannonieri del girone. In alcuni casi si è abbattuto sugli avversari come un uragano; a dir poco epico nel match casalingo contro Treviglio con 35 punti, 6/7 da tre, 12/18 dal campo e 37 di valutazione. La stagione da rookie è archiviata da top scorer biancazzurro con oltre 17 di media, 4.8 rimbalzi e 2.2 assist.
Lorenzo Ambrosin: 8,5. “The Trigger” si conferma giocatore di sistema, elemento di equilibrio indispensabile con una grande etica del lavoro e che qualunque allenatore vorrebbe con sé. La terza stagione in biancazzurro va in bacheca con una media punti di poco superiore rispetto alla passata stagione (10.8), seppur con una percentuale di tiro dall’arco più bassa (28%).
Giovanni Veronesi: 7. Arrivato a stagione in corso al posto di Fontana, Veronesi si è ambientato subito guadagnandosi il proprio spazio e giocando alcune buone partite (12 punti nel match contro la capolista Torino). Fisico roccioso, ma dalla mano educata (35% dall’arco), chiude con 4.1 di media e, nel complesso, il suo contributo è stato all’altezza.
Samuele Moretti: 6. È il giocatore che ha convinto di meno. L’impatto della serie A2 per chi viene dalla B può essere difficile e Moretti non ha fatto eccezione, pur facendo intravedere buone qualità. Coach Cagnardi lo ha messo sotto pressione e il giocatore, anche se in maniera discontinua, ha dato qualche segnale. Da rivedere.
Paolo Rotondo: 6. Si guadagna un’altra chiamata in Fortitudo giocando qualche buona partita (10 punti contro Bergamo) e chiudendo l’annata con 3 di media e 1.2 rimbalzi.
Giuseppe Cuffaro, Umberto Indelicato, Alessandro Moricca: 6. Farsi trovare pronti quando il coach ti chiama è importante. Sotto questo aspetto Cuffaro, Indelicato e Moricca hanno risposto bene. Il play agrigentino ha più che raddoppiato il minutaggio (6.8 rispetto ai 2.8 del 2019) mostrando segnali di crescita, mentre i due under hanno messo piede in A2 con il giusto entusiasmo regalandosi anche momenti indimenticabili. Avanti così.