A cura di Giuseppe Tarallo
Regionali in Sicilia, il punto della situazione
Giorno 5 novembre 2017 si terranno in Sicilia le elezioni per designare il nuovo presidente e i 70 membri dell’Assemblea regionale siciliana.
Tutti i candidati
Coloro che concorreranno alla carica di presidente sono:
Giancarlo Cancellieri per il Movimento 5 stelle, già deputato siciliano che ha ufficializzato la sua candidatura il 5 ottobre.
Fabrizio Micari, appartenente al PD, appoggiato dalla coalizione di centro-sinistra con il sostegno del sindaco di Palermo Leoluca Orlando e del presidente uscente Rosario Crocetta, dal momento del ritiro della sua candidatura.
Nello Musumeci, appartenente al partito Diventerà Bellissima, appoggiato dalla colazione di centro-destra con il sostegno di Fratelli d’Italia, Noi con Salvini, Energie per l’Italia, MpA e con l’appoggio del candidato uscente Vittorio Sgarbi.
Claudio Fava, sostenuto da MDP, Sinistra Italiana, Possibile e I Verdi, dopo che il prescelto Ottavio Navarra, sostenuto da Rifondazione Comunista e Partito Comunista Italiano, ha annunciato il ritiro della propria candidatura in data 4 settembre.
Roberto La Rosa movimento Siciliani Liberi.
Le candidature di CasaPound Italia, Noi Siciliani e Lista Civica per il Lavoro sono state rifiutate dalla Corte d’Appello.
Il Sistema elettorale siciliano
Successivamente alla legge costituzionale 2/2013, il numero dei deputati scende da 90 a 70, novità importante per chi è chiamato a concorrere per le elezioni. Di questi 70 posti, 62 verranno assegnati seguendo il sistema proporzionale (con un massimo 42 seggi attribuibili per agevolare la formazione di una maggioranza stabile), 7 posti spettano al listino del presidente che ha ottenuto il maggior numero di voti e 1 posto spetta al miglior candidato presidente non eletto. Palermo sarà la provincia con il maggior numero di seggi (16), mentre ad Agrigento spetteranno 6 seggi.
Per potere esprimere il proprio voto è necessario recarsi alle urne con la scheda elettorale e un documento di identità valido, nei limiti d’orario che verranno successivamente resi pubblici.
Il voto si esprime all’interno di un’unica scheda e bisognerà tracciare un segno distintivo sulla lista provinciale scelta (potendo anche scrivere nome e cognome del candidato facente parte la lista) e, per il presidente, un segno sul nominativo o sulla lista regionale di riferimento. È ammesso il voto disgiunto, ma se si vota soltanto per la lista provinciale ci sarà l’automatico trascinamento del voto per la lista regionale collegata. Diventerà presidente il candidato che otterrà anche soltanto un voto in più rispetto ai concorrenti in quanto la legge elettorale non prevede ballottaggio.
Giuseppe Tarallo