La carriera di Ridley Scott è costellata di parecchi successi: basti pensare a due capolavori quali ALIEN (1979, il primo della saga) e la pietra miliare del cinema fantascientifico esistenziale BLADE RUNNER (1982) per consacrare un Regista che, come pochi, ha sempre impresso il proprio segno indelebile nelle pagine della cinematografia mondiale. Sicuramente ha conseguito degli insuccessi in un percorso nel quale, però, ha dimostrato di saper “trattare” generi diversi: dal road movie a carattere femminista (Thelma & Louise del 1991) al “colossal” IL GLADIATORE del 2000. Bisogna andare indietro al 1977, invece, per trovare una sorta di “prequel” (I DUELLANTI, molto idealmente prequel) dell’attualissimo THE LAST DUEL, da giovedì 14 ottobre nelle sale italiane dopo aver chiuso la Mostra del Cinema di Venezia come pellicola fuori concorso. Dramma storico ambientato nella Francia medievale, con il prima citato I DUELLANTI il nuovo film di Ridley Scott non ha nulla in comune se non la vicinanza dei titoli e l’identico sentimento del Regista verso il fanatismo e l’insensatezza del duello all’ultimo sangue. Ben girato, scenografie cupe (a parte uno squarcio finale) con attori di primissimo livello: un eclettico e eccellente Adam Sandler, Matt Damon e Ben Affleck (in un ruolo ben azzeccato per il suo recitare “americano”), questi ultimi due sceneggiatori insieme a Nicole Holofcener. Preponderante la figura femminile (Marguerite de Thibouville) interpretata da Jodie Comer, potente e appassionata vera protagonista della pellicola. Perché sì, non tragga in inganno il titolo di questa nota: THE LAST DUEL è sicuramente un film d’azione dove le armi, le armature, il sangue hanno lo spazio necessario per poter narrare dell’ultimo duello legalmente concesso in Francia, un duello fortemente ritualizzato al quale viene assegnata la facoltà di stabilire con “il giudizio divino” quale è la verità su un caso di stupro; ma è proprio questo il vero tema del film e cioè la violenza carnale subita da Marguerite che si innesta tragicamente in un contesto di rivalità e disprezzo tra i due ex-amici, Jean de Carrouges e Jacques Le Gris. Il primo è un Cavaliere, combattente ottuso e orgoglioso; il secondo uno Scudiero esperto del mondo, incline alle seduzioni del potere e non solo. L’attualità del film, certamente fuori dal contesto storico, sta tutta nel ruolo di Marguerite che affronta i pregiudizi della sua gente e anche altro (evitiamo spoiler) per difendere la propria dignità; una donna intraprendente che sfida le convenzioni del tempo proiettandosi in avanti di molti secoli per determinazione e consapevolezza. Altra grande e particolare caratteristica del film è la divisione in tre capitoli che corrispondono ai diversi punti di vista dei tre protagonisti sulle loro vicende e, soprattutto, sullo stupro che condurrà all’inesorabile giudizio finale, lasciato alla forza e all’odio dei due duellanti piuttosto che al volere divino. Un film da non perdere, per la particolare messa in scena che fa di un presumibile film in costume una tragica rappresentazione delle debolezze umane, incentrato com’è sulla figura di una donna strumento dei capricci e delle volontà degli uomini.
Ad Agrigento, Multisala Ciak da giovedì 14 ottobre.