Di Domenico Vecchio – La tassa di soggiorno ad Agrigento è illegittima e non solo perché lo dice il governo nazionale, che nella nuova manovra finanziaria non prevede l’applicazione di nuove tasse per gli enti locali. Ecco, l’ennesimo paradosso agrigentino.
La tassa di soggiorno, è un contributo che il turista lascia nelle città turistiche in cambio di servizi indivisibili che altrimenti graverebbero interamente sui cittadini. In linea di principio questa imposta di specie, adesso approvata anche dal consiglio comunale di Agrigento, sarebbe giusta.
La pulizia della città, pubblica illuminazione, decoro urbano, iniziative culturali, segnaletica , sono alcuni di quei servizi, pagati dal Municipio con le tasse dei cittadini, di cui i visitatori usufruiscono. Ma ad Agrigento, questi servizi sono pessimi e fanno fuggire il turista perchè questa città, prima ancora di essere accogliente per i forestieri, dev’essere vivibile per chi qui ci sta tutto l’anno.
Agrigento è tutt’altro che un attrazione turistica e l’anomalia agrigentina sta proprio qui. Ad attrarre il turista sono i beni archeologici monumentali della Valle, che già il visitatore paga, non certamente la città.
La tassa di soggiorno ad Agrigento è un paradosso, anche perchè va a penalizzare quei turisti che nella Città dei Templi decidono di rimanere anche più di una notte. Di contro, invece, continuano a non lasciare nulla i cosiddetti turisti mordi e fuggi che alloggiano altrove, passano da Agrigento, vedono i templi e vanno via. Anzichè incentivare la gente a rimanere nelle strutture agrigentine, il Comune gli appioppa una tassa per servizi che non esistono.
Ci aspettiamo e siamo ancora in attesa, di conoscere l’opinione a riguardo degli addetti ai lavori. Il silenzio di albergatori ed altre associazioni di categoria, è comunque giustificabile perchè forse sanno già che questa tassa qui non verrà comunque applicata.
In passato, abbiamo assistito perfino a dimissioni di assessori comunali e levate di scudi per dire un secco no a questo provvedimento, oggi vogliono farci credere che Agrigento all’improvviso è da considerarsi alla pari di Venezia, Firenze, Siena, Roma. Città, dove si paga ed è giustificata la tassa di soggiorno anche perchè i flussi di turisti sono tali e tanti da considerarsi anche un disagio per i residenti. Rimane inoltre un forte interrogativo: questi soldi saranno realmente utilizzati per migliorare alcuni servizi o è il solito escamotage per mettere pezze ai buchi di bilancio ?
C’è poi da tenere conto, e su questo ha parlato bene il consigliere M5S Marcella Carlisi, che nella legge finanziaria 2017 è previsto il blocco alla creazione di nuove tasse da parte degli enti locali, per non far aumentare la pressione fiscale. Per questo, per fortuna, pare che ad Agrigento, la tassa di soggiorno sarà, molto probabilmente, inapplicabile. Chissà, quel che gli albergatori forse già sapevano era ignaro ai consiglieri che hanno approvato la “tassa”. (DV)