Nella Concattedrale Santa Croce di Agrigento a Villaseta, il Cardinale Francesco Montenegro ha celebrato la Messa e presieduto la cerimonia di chiusura della Porta Santa nella Madre “Provvisoria” di tutte le chiese agrigentine. L’Anno Santo si chiude, ma di fatto si apre un “tempo nuovo”, che chiama a raccolta tutta la comunità e i cui contenuti sono espressi nel nuovo Piano pastorale che proprio ieri è stato presentato davanti alle delegazioni di tutte le parrocchie del territorio provinciale. Per l’arcidiocesi comincia quindi nuovo percorso. Non è stato un rito formale ma un segno significativo quello dato alla presentazione del nuovo Piano pastorale 2016-2017, avvenuta nel corso della celebrazione che ha chiamato a raccolta centinaia di fedeli. Il documento è una traccia su cui costruire, con opportune mediazioni, i cammini di tutte le componenti della Chiesa Agrigentina. Come sempre, è soprattutto una indicazione di metodologia pastorale che sussidia i diversi itinerari della cosiddetta pastorale ordinaria affinché tutti possano crescere e camminare nella stessa direzione. “Verso l’Altra riva” come dice il titolo del nuovo Piano Pastorale che già fa intuire quello che di fatto è contenuto nel sottotitolo: “ripensare la comunità”. Una comunità aperta, che sappia guardare all’esterno e che sappia creare occasioni comunitarie (celebrazioni, feste e iniziative varie” e strumenti utili a veicolare i principi di rinnovamento.
Gli obiettivi contenuti nel documento sono generali e specifici: “L’obiettivo generale è quello – si legge – di aiutare le comunità. Gli organismi di partecipazione, gli operatori pastorali, i ministri ordinati e le altre realtà ecclesiali speciali a incentivare, incrementare, l’avvicinamento graduale e a riproporre e rilanciare lo stile comunitario missionario che definisce la vita della Chiesa, riscoprendo il legame tra le comunità locali e la Chiesa particolare radunata attorno al Vescovo, in vista di una più incisiva azione evangelizzatrice ed in risposta più efficiente alle problematiche sociali presenti nel territorio”. Una Chiesa quindi che sappia guardare all’esterno, come detto, capace di aggregare, ma anche di affrontare i problemi della società. “La proposta complessiva – è scritto sul piano redatto dal responsabile per la pastorale diocesana Don Giuseppe Agrò – è scandita in quattro tappe”. Ogni tappa corrisponde a un periodo del tempo dell’anno liturgico con specifiche finalità intermedie che definiscono gli obiettivi specifici, le iniziative correlate e i relativi strumenti che i Dipartimenti della Curia elaboreranno e metteranno a disposizione delle comunità. Si parte ovviamente dall’Avvento, tempo ordinario. Poi i passaggi che contengono Quaresima, Triduo Pasquale e Pasqua.
Quello consegnato nella Concattedrale Santa Croce di Agrigento, dal cardinale Francesco Montenegro, a conclusione dell’anno giubilare della Misericordia nell’arcidiocesi di Agrigento, è sicuramente ancora orientato a vivere l’impegno cristiano nella consolante scia della misericordia. Un Piano che Uffici Curiali direttamente interessati, Liturgico e Pastorale, con i loro direttori, don Rino Lauricella e don Giuseppe Agrò, ognuno con la propria équipe di collaboratori, hanno voluto tenere “nascosto” fino all’ultimo. Tornando al significativo rito della chiusura della Porta Santa, si parla di chiusura perché la Concattedrale perderà di fatto quelle proprietà acquisite il 13 dicembre 2015, ma non è stata fatta una materiale chiusura della Porta della Misericordia.