Una lunga riunione nella biblioteca di una scuola attigua alla via Trilussa, a Ravanusa, a pochi metri dal luogo dell’esplosione che la sera dell’11 dicembre ha provocato una strage, prima di indossare i caschi di protezione, le scarpe antinfortunistica e gli altri dispositivi e iniziare gli accertamenti tecnici irripetibili, compresi gli scavi per esaminare i cosiddetti “sottoservizi”. L’inchiesta per la tragedia di Ravanusa – dove una fuga di gas ha sventrato un intero quartiere provocando il crollo di una palazzina e il danneggiamento di altri immobili circostanti uccidendo 9 persone e un bimbo nel grembo della madre che sarebbe nato dopo 4 giorni – compie ulteriori passi importanti. Il pool della procura di Agrigento, presieduto dal capo dell’ufficio Luigi Patronaggio e dall’aggiunto Salvatore Vella e composto anche dai pm Sara Varazi e Chiara Bisso, l’ultimo giorno dell’anno ha fatto notificare dai carabinieri un avviso di garanzia a dieci indagati per l’ipotesi di reato di disastro, omicidio colposo e lesioni colpose. Atto che la procura ha definito “dovuto”, per consentire agli indagati di partecipare alle attivita’ tecniche in contraddittorio.
In mattinata, prima dell’inizio delle operazioni, c’e’ stata una lunga riunione fra tutte le parti per stabilire le modalita’ operative dei lavori di scavo e formulare tutte le osservazioni del caso. Da una parte il procuratore aggiunto Salvatore Vella che coordina il collegio di consulenti composto dall’ingegnere Antonino Barcellona, collaborato dai colleghi Gianluca Buffa, Giovanni Vella e Alessandro Benigno. Dall’altra il collegio difensivo di Italgas Reti composto dagli avvocati Mario Zanchetti e Nadia Alecci del foro di Milano, Massimiliano Foschini del foro di Roma e Daniela Posante del foro di Agrigento. Il pool di legali ha nominato alcuni consulenti di parte ovvero il professore Luca Marmo, docente del Politecnico di Torino e gli ingegneri Giovanni Bargagli Stoffi e Giuseppe Colleselli. Alcuni familiari delle vittime, indicate come “parti offese”, hanno dato mandato ad alcuni legali (fra questi gli avvocati Salvatore Manganello, Lillo Fumo, Salvatore Loggia e Giovanni Lo Leggio) di essere rappresentati agli accertamenti tecnici.
Dopo alcune ore di confronto, durante il quale la difesa degli indagati ha chiesto, ottenendolo, di utilizzare una sostanza vaporizzante prima di eseguire i veri e propri scavi, al fine di “accertare in maniera piu’ dettagliata il flusso del gas”, si e’ deciso di procedere. Subito dopo, quindi, sono iniziate le operazioni di scavo per esaminare i cosiddetti “sottoservizi”, ovvero la rete di distribuzione del gas alla ricerca del punto preciso dello scoppio e dell’origine dell’innesco dal quale si dovranno desumere eventuali responsabilita’.